Segregazione spaziale e forme di riconoscimento. Delle piste percorribili - Sciences Po Accéder directement au contenu
Article Dans Une Revue Planum, the journal of urbanism Année : 2014

Spatial Segregation and Forms of Recognition. A Feasible Strategy

Segregazione spaziale e forme di riconoscimento. Delle piste percorribili

Résumé

Uno dei problemi principali che la ricerca comparativa sulle politiche nei confronti dei rom ha messo in luce negli ultimi 10 anni è la marcata negazione di riconoscimento dei Rom da parte di molte autorità locali. Molte cose sono state fatte contro i Rom, ma anche a loro favore, senza tuttavia costruirle con loro, senza cioè sviluppare un’interlocuzione diretta, senza passare dalle loro forme di rappresentanza. La questione è stata cosi stridente, che movimenti e associazioni di Rom e di altri gruppi minoritari sono riusciti a farla risalire fino alla Commissione europea e al Consiglio di Europa. Oggi nelle linee guida per le politiche in favore delle minoranze rom e gitane il punto si staglia per importanza. Le indicazioni di politica pubblica sono assai chiare, non basta fare degli interventi e mettere in atto delle misure: l’adeguatezza della spesa pubblica dipende dal fatto che le politiche siano pensate e discusse con i diretti beneficiari a cui sono rivolte. Siamo ancora lontani da un’applicazione seria di queste linee guida, ma ciò non vuol dire che non si possa già cogliere la traccia di un cambiamento profondo. E gli effetti positivi di politiche realizzate a partire da un riconoscimento delle capacità di azione dei Rom stessi si iniziano già a rilevare. La svolta in direzione della soggettività dei rom, della loro dignità e della loro capacità di azione non è certo ancora compiuta. Il caso dello sgombero di via Malaga a Milano mostra ancora un volta la storia di uno sgombero con poche alternative. La segregazione spaziale ha un impatto diretto sulla salute e sull’accesso ai servizi, così come la scarsa scolarizzazione ha effetti negativi sulle capacità di attivarsi nel mondo del lavoro, ciò che a sua volta rende più difficile la costruzione di percorsi di uscita dalla segregazione spaziale nei campi. Ogni fattore è connesso agli altri e ha sugli altri effetti retroattivi e rafforzativi. Se si può individuare un fattore che però è al centro di tutte le relazioni causali questo è senz’altro quello dellasegregazione spaziale, centrale nel co-determinare tutte le altre forme di esclusione e deprivazione. Ma per invertire gli effetti della segregazione e della grande precarietà abitativa non serve sgomberare in assenza di alternative. Le politiche pubbliche che hanno ragionevoli possibilità di avvicinare gli obiettivi della riduzione dell’esclusione e dell’ampliamento dell’integrazione investono sulla costruzione di processi e meccanismi stabilizzati e continui nel tempo, ma modificabili in base all’esperienza e ai risultati, di traduzione tra comunità rom e società maggioritaria. Per traduzione si intende nell'articolo una conoscenza reciproca della cultura, dei codici e dei processi che guidano i rispettivi atteggiamenti e comportamenti sociali, a partire da un forte rispetto e da uno sguardo capace di riconoscere l’altro.

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hal-02282182 , version 1 (11-12-2021)

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Citer

Tommaso Vitale. Segregazione spaziale e forme di riconoscimento. Delle piste percorribili. Planum, the journal of urbanism, 2014, 1 (2014) (28), pp.40 - 43. ⟨hal-02282182⟩
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